martedì 24 dicembre 2013

Architettura e Psicologia

Avete mai provato ad entrare in una casa, bar ristorante e provare una sensazione di relax?
Avete mai notato che il colore ha influenzato la vostra concentrazione?
Avete mai notato che nel nuovo ufficio non riuscite a lavorare e sentite un senso di irrequietezza?
Se avete provato tutto ciò questa è la prova che un ambiente non progettato o progettato male fa vivere male la quotidianità.
L'Architetto è colui che ha il compito di rimodellare gli spazi, il territorio, di dar colore al grigiore della città, dare la possibilità di rendere spazi fruibili.
Immaginate un parco dove siete costretti a camminare ad occhi chiusi, cosa vi permette di orientarvi?
Il tatto, gli odori, i rumori. Se questa combinazione diventasse un gioco piacevole, con in piedi sentireste il percorso da intraprendere, l'odore vi permetterebbe di capire se siete in piazza delle rose o dei gerani, il rumore dell'acqua vi darebbe la possibilità di poter fare una sosta per rinfrescarvi.
Siamo abituati al tram tram quotidiano, dove non esiste un posto per rilassarci, per riprenderci il tempo perduto, siamo abituati a vedere sequenze di immagini brutaliste di palazzi grigi o incompleti, di case disordinate o che non soddisfano le nostre esigenze, tutto ciò ci porta ad uno stress che non sappiamo controllare.
Pensate a un bambino quando finisce di colorare un foglio bianco, alla sua espressione e alla felicità che prova, in quel momento ha dato colore alla sua vita.
Non voglio dilungarmi, di seguito troverete tre interventi di un architetto, e due psicologi, che hanno espresso il loro pensiero su www.sensimagazine.it e adesso riporto di seguito i testi completi.

Dottoressa Psicologa Rachele La Paglia - Adrano
La psicologia si e’ da sempre concentrata sull’uomo esaminandola nella sua interiorita’ fatta di cognizioni, emozioni, personalita’, ma le ricerche odierne dimostrano come sia possibile predire il comportamento umano senza tener conto del “dove” esso si svolge. L’ambiente e l’architettura hanno influenze fondamentali nel formare la nostra identita’, i nostri pensieri, le nostre emozioni. ugualmente, l’uomo e’ l’essere umano che piu’ di ogni altro puo’ modificare l’ambiente per adattarlo ai propri scopi attraverso cambiamenti del territorio e scelte architettoniche. La psicologia ambientale ci insegna anche chiaramente che l’uomo con il suo comportamento e’ l’essere che piu’ di ogni altro puo’ avere effetti distruttivi e nocivi sull’ambiente. In tal senso architettura e psicologia risultano fortemente collegate. 
Fin da bambini, anzi ancora quando non siamo ancora venuti al mondo, siamo abituati ad essere circondati da un ambiente protetto, dal principio e’ l’utero materno, quando nasciamo la culla, la nostra camera con i giocattoli  e, da adulti la casa. 
L’istinto umano di avere un contenitore affettivo ma anche materiale e’ molto forte e condiziona le nostre vite da esseri umani e le nostre relazioni. 
E' molto importante provare a considerare ad esempio l’importanza che puo’ avere nella vita di ciascuno di noi il fatto di possedere una casa o semplicemente di avere un luogo al quale tornare dopo una giornata di lavoro o dopo una vacanza. il senso di stabilita’ e di familiarita’ che viene fornito  da un ambiente conosciuto e’ un elemento estremamente importante soprattutto per l’equilibrio psichico e affettivo. 
La casa parla delle persone che la riempiono con la loro personalita’ e gusti. 
Ma come deve essere un ambiente per creare maggiore benessere psicologico alle persone che lo frequentano? Molti sono gli studi effettuati sul colore delle stanze, l’arredamento e su come deve essere una casa o un luogo di lavoro per poter avere un’influenza positiva sulla psiche umana, e’ stato infatti confermato che un certo uso di colori, forme, illuminazioni, arredi e spazi possa potenzialmente attivare e migliorare i rapporti interpersonali anche a livello aziendale, stimolando quindi la produzione e la motivazione al compito. il colore genera in noi, delle sensazioni e alcune volte persino delle emozioni che influenzano il nostro comportamento. allo stesso modo la qualita’ e la struttura dello spazio nei differenti luoghi, hanno una estrema importanza nella vita quotidiana di tutti gli individui. 
Uno spazio armonico e facilmente comprensibile in termini di spazio stimolera’ e produrra’ un certo tipo di comportamenti proattivi, al contrario spazi e ambienti caotici generera’ stati d’animo differenti.

Dottore Psicologo Alessio Leotta - Biancavilla
Quando si sente parlare di queste due discipline, si fa subito riferimenti a due poli opposti, invece il rapporto tra architettura e psicologia è complesso ma allo stesso tempo
estremamente affascinante. Analizzandole, l’architettura è la disciplina che ha come
scopo l’organizzazione dello spazio in cui vive l’essere umano e la psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui ed i loro processi mentali ed emotivi. Da queste due semplici definizioni di partenza è abbastanza evidente che esistono dei collegamenti tra le due discipline poiché l’ambiente affettivo e famigliare in cui vivono le persone è estremamente importante così come lo è l’ambiente fisico in quanto tale.
Il “padre” della psicologia Freud aveva focalizzato l’attenzione sulla persona, sul suo vissuto e sul contesto affettivo. Successivamente è proprio il suo allievo C.G. Jung che  inizia a considerare prioritari gli spazi fisici ed abitativi nei quali i bambini e gli adulti passano il loro tempo. Jung infatti, in alcuni scritti, descrive la casa come il simbolo del mondo affettivo di chi vi abita e quindi in un certo senso la casa si pone come una sorta di collegamento tra il mondo interno ed esterno dei suoi abitanti. In tal senso architettura e psicologia risultano fortemente collegate poiché entrambe si occupano di concetti quali interno/esterno. Mi viene in mente anche la costruzione fisica del setting della relazione con il terapeuta. Uno psicoterapeuta deve costruire fisicamente il suo setting (disposizione di sedie, poltrone, lettino) che sarà l’inizio di una relazione terapeutica con il paziente di enorme importanza per la cura di quest’ultimo. Oltre a questo oggi si parla molto di psicologia dell’abitare e di psicologia ambientale per indicarne la relazione che c’è tra la psicologia e l’architettura. Diciamo che, l’uomo è sempre alla ricerca di un “ambiente protetto”, inizialmente era l’utero materno, quando nasciamo la culla poi la nostra camera con giocattoli e poster e infine da adulti una casa. L’istinto umano di avere un contenitore affettivo e materiale ricco di “significanti e significati”, condiziona le nostre vite e le nostre relazioni interpersonali. Bisogna considerare l’importanza che può avere un luogo dove “rifugiarsi” dopo una lunga giornata di lavoro oppure dopo una vacanza. Il senso di stabilità e di familiarità che viene fornito da un ambiente conosciuto è un elemento estremamente importante soprattutto per l’equilibrio psichico e affettivo. Ogni casa, diventa diversa dalle altre a seconda della persona o dalla famiglia che la abita e risulta in continua evoluzione a seconda delle fasi di vita attraversate. Insomma, la casa è un elemento chiaro e tangibile dei tratti di personalità delle persone che la abitano.
Per creare un ambiente accogliente, caldo e che faccia stare “bene” sicuramente gli architetti, come anche la psicologia dell’ambiente, devono tener conto dei colori delle stanze, dell’arredamento e come strutturarla per sostenere l’essere umano a sentirsi “protetto”. Quindi influenzando positivamente la psiche umana si possono migliorare i rapporti interpersonali sia di lavoro che della vita quotidiana, si possono offrire maggior benessere e serenità nelle situazioni decisionali o di stress, offrendo l’ambiente positivo per il sano sviluppo relazionale.
In conclusione forse abbracciano situazioni diverse, studi diversi, sviluppi lavorativi diversi, ma la psicologia e l’architettura non hanno finalità opposte; se pensiamo che per entrambi la priorità è il benessere psico-fisico dell’essere umano, possiamo affermare che hanno la stessa radice in comune: la “persona” in tutta la sua interezza di relazioni ed emozioni.        

Architetto Paola Carbone - Palmi
Credo che l'architettura sia il livello più  alto del pensiero immaginativo, inteso come spirito creativo dell'animo umano e quindi della sua psiche. 
L'architettura meglio di qualunque altra disciplina, esprime il rapporto tra l'uomo e il territorio ed è grazie a questo connubio che esso da sempre assume vari connotati. Appare perciò evidente e forse quasi scontato, intuire come questa condiziona le persone che ne usufruiscono, sia abitandola che osservandola. Perciò sono convinta che il progettista debba saper ascoltare e saper interpretare la psiche e le esigenze del cliente, futuro fruitore degli spazi creati, affinché l’architettura torni ad essere considerata uno dei linguaggi a disposizione dell’uomo per comunicare e costruire benessere. 
Questo fondamento teorico-pratico, di basilare importanza per qualunque architetto, appare però sbiadito da una ricerca progettuale e urbanistica succube sempre più di un processo evolutivo di massa, basato sul potere tecnologico e industriale nelle sue più svariate forme. Sarà forse l'inizio di una nuova era per l'architettura, che la vedrà sempre più strumentalizzata per raggiungere scopi inopportuni e che la svuoteranno del proprio significato? Essa saprà riappropriarsi della propria autonomia, mettendosi ancora a servizio della collettività, riacquistando il suo vero ruolo psicosociale?


lunedì 27 maggio 2013

Pubblicazione trafiletto sul quotidiano la sicilia del 26 maggio 2013

«L'architetto per salvare le città»
Chiedo un piccolo spazio nella pagina "lo dico alla Sicilia" per parlare di una professione ormai in totale crisi e senza tutela. Professione architetto! Tutti sappiamo chi è l'architetto, forse solo gli architetti sanno chi e cosa possono fare. Finito il boom economico, finito il boom degli abusi edilizi, ci troviamo con paesi sporchi esteticamente,! poco fruibili e senza architettura. In questo periodo di crisi, non so! lo economica, esiste una crisi estetica assurda, le città sono tristemente incompiute, grigie e piene di agglomerati cementizi che portano una tale tristezza che non ci fa vivere bene il quotidiano. E' ora di finirla con i falsi miti dell'architetto che fa spendere troppi soldi, è ora di mettere a tacere gli pseudo-costruttori che producono o riproducono case da manuale del geometra. Gli architetti ormai passano inosservati, la gente è convinta che chiunque può essere architetto, chiunque può "progettare" ambienti meglio degli architetti.
Ma in maniera presuntuosa è giusto che io ricordi a questa gente, che ogni singolo laureato in architettura (triennale-quinquennale-3+2) ha sudato per ottenere il titolo di architetto, si disegnava notte e giorno affinché si riuscissero a capire le proporzioni, il valore di una linea, lo studio di una superficie, il peso di un volume architettonico rispetto al contesto. L'architetto regala spazi unici, regala sogni in 3D da t! occare e da vivere, ma non solo, l'architetto vi aiuta a risparmiare sul riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, l'architetto rende fruibili gli spazi e di conseguenza vi rende facile vivere la vita nei luoghi. Purtroppo a causa della crisi, pochi hanno la possibilità di fare casa, ristrutturarla, rimodernarla, riqualificarla energeticamente, ma chi può chiami l'architetto e si faccia consigliare, seguire, fatelo entrare nelle proprie case, uffici, negozi, rendetelo uno di famiglia e dategli libero sfogo affinché col vostro budget realizzi il vostri sogni.
Lorenzo Di Bella
Architetto Iunior


giovedì 21 febbraio 2013

Cappotto o intonaco a cappotto?

Cosa scegliere tra intonaco a cappotto e cappotto?
Se potessi sceglierei parete ventilata, i costi sono maggiori, ma l'efficacia è altissima.
Secondo il mio modesto parere, bisogna capire dove si deve mettere.

Cappotto:
Nuova costruzione, secondo me è l'ideale, se si segue la seguente stratigrafia, dall'interno verso l'esterno:
intonaco, mattone da 8, camera d'aria di 3 al max 4 cm, mattone da 12, cappotto, e nel caso vorreste inserire un rivestimento esterno sistema bys della bis-system ideato da Gabriele Raineri, e poi potete rivestirlo a vostro piacimento.

Vecchia Costruzione:
Bisogna capire la stratigrafia della vostra parete di tamponamento.

Intonaco a cappotto:
Innanzitutto è preferibile che ci sia nella miscela del sughero nero.

Nuova costruzione:
Non credo vi siano grandi esigenze anche perchè la tempistica è un pò più lunga rispetto al cappotto, che se acquistate un cappotto con rete inclusa i tempi sono ridottissimi.

Vecchia costruzione:
Domanda: cosa dovete fare? Facciata o ristrutturazione totale?
Solo all'esterno funziona ben poco, ma deve essere fatto se la vostra parete è in pietra.
Se si mette sia all'esterno che all'interno allora è un ottima soluzione.

Ovviamente parlate sempre con il vostro tecnico di fiducia.